MFormazione "il FIGLIO dell'UOMO" ARGOMENTO dalla STAMPA QUOTIDIANA
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Venezia , a rischio un processo su tre Con il disegno di legge sul "processo breve" sono circa il 30 per cento i provvedimenti che rischiano di cadere in prescrizione. Per capire meglio gli effetti del decreto "salva-premier", ecco riportati i dati forniti al Csm da parte del procuratore Vittorio Borraccetti e del presidente dei giudici monocratici Sergio TrentanoviMilano Processo breve, uno tsunami in aula A Milano rischia di saltare il caso derivati Rischiano di saltare non solo i procedimenti contro Berlusconi Uno tsunami, per usare una metafora. Oppure un'amnistia sui reati dei colletti bianchi, con pericolose implicazioni anche per altri processi. Torino In bilico Thyssenkrupp ed Eternit Processo breve, il rischio 'mannaia' L'approvazione del disegno di legge al Senato sul processo breve fa discutere anche a Torino dive si aspetta però di capire le ultime modifiche apportate. Genova "Una tagliola che diventerà amnistia" Il "processo breve" è dietro l’angolo, dopo l’approvazione in Senato del disegno di legge, e a Genova sono a rischio molti procedimenti. Alcuni relativi a vicende che hanno cambiato la storia di questa città. Potrebbero anche riguardare il G8 Caso Parmalat e corruzione: cosa cambierebbe col processo breve Il disegno di legge approvato al Senato potrebbe cadere come una scure su molti procedimenti Bologna Processo breve, le sentenze a rischio dal piccolo Karim ai concorsi pilotati La morte del piccolo Karim caduto da un'altalena sgangherata, i concorsi di Medicina pilotati, i cinque morti del Cessna Firenze Processo breve, le sentenze a rischio dal parking di via Ghiberti a Viareggio "Il 60 per cento dei procedimenti è oggettivamente a rischio" Lazio Processo breve, a rischio Un colpo di spugna farà pulizia delle grandi inchieste sul malaffare nel Lazio. Napoli Processo breve, a rischio Calciopoli, rifiuti e Udeur Processo breve, la Puglia corrotta che rischia di farla franca Palermo Processo breve, i più lunghi a rischio L'Anm: "Andranno in fumo i casi più gravi" |
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Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare.. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio..
Il Mio Pensiero:
AVVENIRE per l'articolo completo vai al sito internet http://www.avvenire.it2010-01-23
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CORRIERE della SERA
per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.corriere.it2010-01-23
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REPUBBLICA per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.repubblica.it2010-01-23 Venezia, a rischio un processo su tre Con il disegno di legge sul "processo breve" sono circa il 30 per cento i provvedimenti che rischiano di cadere in prescrizione. Per capire meglio gli effetti del decreto "salva-premier", ecco riportati i dati forniti al Csm da parte del procuratore Vittorio Borraccetti e del presidente dei giudici monocratici Sergio Trentanovi VENEZIA. Sono circa il 25-30 per cento i procedimenti che con il cosiddetto "processo breve" rischiano la prescrizione. Questi i dati che il procuratore Vittorio Borraccetti e il presidente dei giudici monocratici Sergio Trentanovi hanno fornito ai membri del Csm. Il primo ha fornito anche una lista tra i tanti di 17 processi "significativi". Naturalmente, i numeri riguardano solo il Tribunale perchè in Corte d'appello, nel caso il provvedimento del governo venisse approvato definitivamente, si applicherà in un secondo momento e la presidente veneziana Manuela Romei Pasetti ritiene che si arriveranno a prescrivere oltre il 60 per cento dei processi, visto l'arretrato esistente negli uffici giudiziari lagunari a causa delle scopertura nell'organico dei magistrati e del personale amministrativo. Tra i 17 processi segnalati al Consiglio superiore che rischiano di saltare c'è innanzitutto quello per la corruzione al varco doganale del Porto di Marghera, che vede sette imputati di corruzione tra cui il capo dell'Ufficio accertamenti Paolo Frasson. Un'inchiesta della Squadra mobile coordinata dal pm Emma Rizzato: i doganieri sarebbero venuti a patti con gli spedizionieri per controlli più "snelli" in cambio di merce, dalle stecche di sigarette ai televisori. Tra la richiesta di rinvio a giudizio, data da cui scattano i due anni per il processo di primo grado oltre i quali viene disposta la prescrizione, e la prossima udienza davanti al Tribunale sono già passati 4 anni. Tra gli altri, c'è anche il secondo procedimento per il traffico di rifiuti di "Nuova Esa" di Marcon in cui sono imputati i vertici dell'azienda di smaltimento rifiuti Gianni Giommi, Robereto Casarin e altri, accusati dal pm Giorgio Gava di ricettazione. A rischio anche il processo per Lorena Pigozzo, l'ex dirigente dell'Uffiico Urbanistica del comune di Portogruaro accusata di corruzione in concorso con l'avvocato Massimo Carlin.
Quest'ultimo ha già patteggiato davanti al giudice dell'udienza preliminare trovando l'accordo con il pm Rita Ugolini, mentre Pigozzo vuole andare davanti al Tribunale, ma è già passato un anno e mezzo e sicuramente il processo in sei mesi non si concluderà, visto che l'udienza preliminare è stata fissata per il 27 gennaio prossimo. Stessa fine potrebbe toccare al processo al medico e vice capo dello Spisal dell'Asl 12 Massimo Guidi e agli altri imputati anche di corruzione per un giro di bustarelle per le autorizzazioni per lo smaltimento dell'amianto. A rischio, comunque, non ci sono solo processi complessi e con numerosi imputati: ad esempio, la prescrizione potrebbe scattare anche per il procedimento per omicidio colposo ai danni di Paolo Berton, che guidando il suo barchino ad alta velocità provocò la morte dell'amico 19enne che era con lui. La richiesta di rinvio a giudizio il pm Stefano Buccini l'ha firmata il 23 luglio dello scorso anno. (22 gennaio 2010)
Milano Processo breve, uno tsunami in aula A Milano rischia di saltare il caso derivati Rischiano di saltare non solo i procedimenti contro Berlusconi di Walter Galbiati Uno tsunami, per usare una metafora. Oppure un'amnistia sui reati dei colletti bianchi, con pericolose implicazioni anche per altri processi. La norma che vuole il giudizio in sei anni rischia di mandare a gambe all´aria le principali inchieste delle procure italiane. Difficilmente potranno essere perseguiti tutti i reati societari, come il falso in bilancio e il falso in prospetto, quelli tributari, la bancarotta preferenziale, la corruzione, le truffe aggravate, l´appropriazione indebita. E con l´estensione alle persone giuridiche, se ne andranno in soffitta anche le contestazioni per "la 231", la legge che punisce la responsabilità amministrativa delle società, in genere molto temute perché prevedono confische di denaro. A Milano, oltre ai procedimenti nei confronti del premier Silvio Berlusconi, sono a rischio prescrizione sia la vicenda Antonveneta, dove, sebbene si contesti l´aggiotaggio all´ex governatore di Bankitalia, Antonio Fazio, e al senatore Luigi Grillo, nel 2005, tuttavia, l´anno dei fatti, veniva punito con meno di 10 anni, sia il processo sui derivati venduti al Comune in cui l´accusa è truffa ai danni dello Stato. Non si salverebbe, invece, il processo contro gli ex vertici della clinica milanese Santa Rita e tutti quelli in cui sono previsti gli omicidi colposi dei medici. (22 gennaio 2010)
Torino In bilico Thyssenkrupp ed Eternit Processo breve, il rischio 'mannaia' L'approvazione del disegno di legge al Senato sul processo breve fa discutere anche a Torino dive si aspetta però di capire le ultime modifiche apportate. Si cerca anche di capire che effetti ci saranno sui grandi processi Thyssen e Eternit di Sarah Martinenghi Per valutare quali siano gli effetti del processo breve a Torino il presidente del tribunale Luciano Panzani attende di conoscere il nuovo testo e le modifiche introdotte, e capire così se davvero procedimenti importanti e complessi come quello della Thyssenkrupp o dell’Eternit siano salvati dalla scure del tempo. L’unica certezza è che le strategie difensive porteranno a prediligere i dibattimenti, nella speranza di superare i limiti di tempo, e non più i riti alternativi come abbreviati e patteggiamenti. In linea di principio il pm Raffaele Guariniello trova ''giusto'' un provvedimento che accorci a tre o a quattro anni il limite per una sentenza di primo grado: pero' "la normativa deve essere inserita in un contesto" e, quindi, sarà necessario garantire al sistema giustizia le risorse "per fare 'tutti' i processi". "Quattro anni per una sentenza di primo grado? E' giusto - ha infatti commentato Guariniello - La giustizia deve essere ragionevolmente veloce. Ma poi, una volta promulgata la legge, qualcuno dovrà fare uno sforzo per permettere ai giudici di celebrare tutti i processi, risolvendo problemi che possono apparire banali, e che non lo sono". Il magistrato ad esempio ha citato la questione delle udienze al pomeriggio: ''Non se ne fanno quasi mai, perché poi bisogna pagare gli straordinari...". Il tribunale torinese è comunque uno di quelli in cui la giustizia si celebra in tempi più rapidi: le cause che non sono a "rischio Strasburgo" (in cui la durata ragionevole è di tre anni) superano infatti il 95 per cento del totale, e il dato è ovviamente ancora più alto, oltre il 98 per cento, per quelle non a "rischio Pinto" (in cui la durata ragionevole è di oltre i tre anni). Nel penale sinora i dibattimenti hanno avuto una durata media di 142 giorni. ''Se non si modifica la crisi funzionale della giustizia l'obiettivo del processo breve e'
destinato a rimanere un miraggio. Ma intanto gli effetti possono essere devastanti''. Così aveva invece replicato in un’intervista a Micromega.it il procuratore capo Giancarlo Caselli al ministro Alfano. "La mannaia dei termini fissati rigorosamente, senza preoccuparsi della loro concreta effettiva praticabilita', si abbatterà su una infinità di processi che sarà materialmente impossibile concludere. si estingueranno i processi che interessano al premier o i colletti bianchi ma si estingueranno anche molti processi relativi a forme insidiose di delinquenza diffusa, assai spesso in danno delle persone piu' deboli. Sara' il trionfo della tecnica di Erode, farà strage di una massa di processi innocenti per eliminare quei pochi che interessano a chi puo', senza tenere nella giusta considerazione la fatica delle forze dell'ordine per assicurare alla giustizia gli autori dei reati, senza preoccuparsi dei torti e delle ragioni dei soggetti del processo, delle sofferenze, delle aspettative e dei diritti delle vittime, della sicurezza dei cittadini". (22 gennaio 2010)
Genova Processo breve, sentenze a rischio "Una tagliola che diventerà amnistia" di Massimo Calandri Il "processo breve" è dietro l’angolo, dopo l’approvazione in Senato del disegno di legge, e a Genova sono a rischio molti procedimenti. Alcuni relativi a vicende che hanno cambiato la storia di questa città. Potrebbero anche riguardare il G8, se la durata degli appelli per i fatti del 2001 verrà strumentalmente appesantita da qualcuno. Il primo dibattimento a cadere potrebbe essere quello sulla galeotta spartizione del Multipurpose, che portò agli arresti dell’ex presidente dell’Authority, Giovanni Novi, e che tra gli altri imputati vede anche il professor Sergio Carbone, Aldo Grimaldi Aldo Spinelli. A rischio ci sono poi i procedimenti di Mensopoli: uno ha coinvolto l’ex segretario del Comune e per una settimana capo di gabinetto in Regione, Carlo Isola; un altro vede alla sbarra Stefano Francesca, già portavoce del sindaco, e un paio di ex consiglieri comunali Ds. Francesco Pinto, pm e presidente della sezione ligure dell’Anm, ha parole dure e amare: "Questo disegno di legge, in particolare la norma transitoria, è una tagliola che si tradurrà in una amnistia anche per reati gravi. Favorirà le perdite di tempo degli avvocati difensori, scoraggerà l’adozione di riti alternativi, e nelle nuove vicende obbligherà i magistrati a scegliere quali fascicoli portare avanti: introducendo la discrezionalità – e non più l’obbligatorietà – dell’azione penale. E la chiamate giustizia, questa?". (22 gennaio 2010)
Parmalat Caso Parmalat e corruzione: cosa cambierebbe col processo breve Il disegno di legge approvato al Senato potrebbe cadere come una scure su molti procedimenti "Finiremo per occuparci solo dei furti di biciclette". Con questa battuta il procuratore capo di Parma Gerardo Laguardia aveva commentato il disegno di legge sul processo breve quando era solo un’ipotesi. Oggi che l’approvazione di quella che da molti viene considerata l'ennesima legge "ad personam" si fa più concreta, la destabilizzazione di diversi procedimenti comincia a incombere su una delle procure più oberate d’Italia, a causa di endemiche carenze d’organico e del maxiprocesso Parmalat. Che impegna più della metà delle risorse del tribunale locale e ha portato a dibattimento in primo grado il filone principale e quello del turismo. Ancora in fase di udienza preliminare, invece, il procedimento che definirà la responsabilità delle banche. Il disegno di legge approvato al Senato prevede un effetto retroattivo sui procedimenti iniziati prima del 2006, a partire dal momento in cui il pm "esercita l’azione penale", e potrebbe cadere come una scure proprio sul processo del crac della multinazionale del latte, per il quale le indagini hanno preso il via nel 2005. Ma per i reati con pene pari o superiori ai 10 anni (come l’a ssociazione a delinquere, contemplata nel filone principale Parmalat) l'estinzione scatta dopo 4 anni in primo grado, 2 anni in secondo e un anno e 6 mesi in Cassazione. Secondo il disegno di legge, inoltre, in considerazione della complessità delle indagini o della numerosità degli imputati, inoltre, il giudice avrebbe la facoltà di prorogare i tempi di un terzo per ciascun grado di giudizio. Opportunità che potrebbe interessare Parmalat, processo che si tiene in un’aula distaccata perché la sede ordinaria del tribunale non è attrezzata ad accogliere tutte le persone coinvolte. Negli ambienti della Procura, comunque, nessuno si fascia la testa prima di averla rotta: inutile parlare su testi normativi ancora in fase di definizione. Il timore è che la nuova legge possa colpire i processi per i reati più gravi, che richiedono indagini accurate e spesso lunghe. Tra questi, potrebbe essere affossata la corruzione, contro cui lo stesso procuratore Laguardia aveva annunciato una crociata. (21 gennaio 2010)
Bologna Processo breve, le sentenze a rischio dal piccolo Karim ai concorsi pilotati di Paola Cascella La morte del piccolo Karim caduto da un'altalena sgangherata, i concorsi di Medicina pilotati, i cinque morti del Cessna mai decollato dall'aeroporto Marconi durante una bufera di neve, la guerra della coppia di oculisti Scorolli-Meduri contro il rivale Campos, i medici che trapiantarono un nuovo rene a Daniela Lanzoni che di quel rene non aveva bisogno e poi morì: questi processi finiranno sotto la mannaia della nuova legge sul "processo breve" approdata ieri in Senato. Anzi, forse non si concluderanno neppure. Tutti infatti rischiano di essere dichiarati estinti per superamento del limite di due anni (tra la richiesta di rinvio a giudizio e la sentenza) stabilito per il primo grado. Lo stesso potrebbe accadere anche a molti processi che riguardano, responsabilità mediche meno note, casi di corruzione lesioni, estorsioni, truffe (pure ai danni dello Stato), pedopornografia su Internet, maltrattamenti in famiglia, abuso d' ufficio. A Bologna infatti, la prima data possibile, fissata ieri con decreto di citazione a giudizio, per i processi che riguardano reati di minor rilievo rimanda alla primavera del 2011, ossia tra un anno e mezzo. Dunque basterà un errore di notifica, l' impedimento di un imputato, un testimone che si ammali, per determinare un rinvio, e il fatale superamento della scadenza dei due anni con conseguente estinzione del reato. A rischio macero, per la stessa ragione, anche i processi di competenza del tribunale collegiale. Qui i tempi si accorciano di qualche mese, ma, si fa notare in Procura, non è abbastanza. Le previsioni sono ancora più nere se si applica la nuova legge ai giudizi di secondo grado che "scadono", ossia finiscono in prescrizione, anch' essi dopo due anni dalla data di deposito del fascicolo. A Bologna ce ne vogliono di media almeno due e quattro mesi, ed è già un record raggiunto soltanto da una delle tre sezioni d' appello. Molti casi che vengono trattati in questi giorni risalgono al 2000, 2001, 2002.
"La situazione è tragica - dice l' avvocato Elisabetta D' Errico presidente dell' Unione camere penali di Bologna. - Difendo una persona che nel 1996 è stata accusata di porto abusivo d' armi. A luglio 2000 si è concluso il processo di primo grado, l'appello fissato a maggio scorso è stato rinviato al 20 novembre. Per questo il provvedimento del governo è formalmente corretto. Sei anni (compresi i due della Cassazione) non sono pochi per chiudere una vicenda giudiziaria. Purtroppo però è una legge "ad personam" con tutti i limiti del caso. E non stanzia risorse, non assume personale, non aumenta il numero dei giudici in campo". (22 gennaio 2010)
Firenze Processo breve, le sentenze a rischio dal parking di via Ghiberti a Viareggio di Franca Selvatici "Il 60 per cento dei procedimenti è oggettivamente a rischio" dichiarò il procuratore della Repubblica di Firenze Giuseppe Quattrocchi in novembre, all’indomani della presentazione del disegno di legge sul processo breve. Con il testo approvato il 20 gennaio dal Senato e il prolungamento dei tempi previsti per il primo grado (portati da due a tre anni per i reati con pene inferiori nel massimo di 10 anni), i processi destinati alla sepoltura si riducono, ma restano ad alto rischio i più complessi e quelli per reati come l’omicidio colposo e la truffa. La tagliola è costituita dal fatto che i tempi decorrono dalla data della richiesta di rinvio a giudizio e, specie per i processi con molti imputati, le udienze preliminari talvolta durano anni. Perciò rimangono pericolosamente in bilico alcuni dei procedimenti più importanti avviati nel capoluogo toscano. E’ ad alto rischio il processo con 24 imputati di corruzione, abusi e falsi sulle abnormi previsioni urbanistiche nel Comune di Campi Bisenzio. La richiesta di rinvio a giudizio è del dicembre 2008. L’udienza preliminare è in corso. Il processo per truffa aggravata per la costruzione del parcheggio interrato in piazza Ghiberti può considerarsi defunto. La richiesta di rinvio a giudizio è del novembre 2006, il dibattimento è in corso. Ad altissimo rischio il processo per il disastro ferroviario di Viareggio del 29 giugno 2009. L’esplosione seguita al deragliamento del merci che trasportava gpl ha ucciso 32 persone e distrutto un intero quartiere. L’inchiesta per disastro ferroviario e omicidio colposo plurimo, estremamente complessa anche perché il carro che si è spezzato è stato costruito e sottoposto a manutenzione all’e stero, è ancora in corso. La richiesta di rinvio a giudizio ben lontana. Ma sarà mai possibile concludere udienza preliminare e processo di primo grado in tre anni (termine entro il quale si prescrive l’omicidio colposo)?
In bilico a Siena il procedimento per lo scambio dei tubi di ossigeno e protossido di azoto nella sala angiografica del Policlinico Le Scotte, che costò la vita a un paziente. La richiesta di rinvio a giudizio di 19 persone per omicidio colposo e altri reati è del 2008. L’udienza preliminare si conclude oggi. Già fin d’ora si può dichiarare la morte del processo per il comitato d’� affari accusato di aver pilotato per anni i fallimenti a Firenze. Poiché l’imputato principale è un magistrato, il processo con 164 capi di accusa e 31 imputati si svolge a Genova. La richiesta di rinvio a giudizio è del maggio 2006, e ora il processo deve ripartire da capo per una doppia causa di incompatibilità di due giudici scoperta dopo due anni di dibattimento. (22 gennaio 2010)
Lazio Processo breve, ecco le sentenze a rischio di Marino Bisso Un colpo di spugna farà pulizia delle grandi inchieste sul malaffare nel Lazio. È il cosiddetto Processo Breve che ora attende l´approvazione alla Camera. Con questo, nel tribunale di Roma, migliaia di processi rischiano di saltare, di finire nel cestino. Il provvedimento potrebbe "cancellare" gli scambi illeciti, le tangenti che sarebbero state elargite dall´imprenditrice delle fisioterapie in convenzione, Anna Iannuzzi, alias Lady Asl, e incassate da manager sanitari, imprenditori, politici e assessori della giunta regionale di centrodestra guidata, tra il 2000 e il 2005, da Francesco Storace. Stessa sorte toccherebbe al processo sulla truffa dei corsi fantasma dei quali è accusato l´allora assessore alla Formazione, Giorgio Simeoni, oggi deputato del Pdl, per il quale era stato chiesto l´arresto. E non si saprà mai la verità sulle mazzette che sarebbero state intascate dall´ex assessore Marco Verzaschi all´epoca di Forza Italia, poi confluito nell´Udeur, diventando sottosegretario alla Difesa nel governo Prodi, e oggi convinto sostenitore della candidatura di Renata Polverini. Anche il processo sul Laziogate, lo spionaggio politico consumato alla vigilia delle regionali del 2005, che annovera tra gli imputati Storace, potrebbe cadere in prescrizione. A lanciare l´allarme è il consigliere regionale Alessio D´Amato (Pd), autore, con Dario Petti, del libro "Lady Asl" (Editori riuniti): "C´è il rischio di vanificare un lungo lavoro di indagini che ha portato alla scoperta di reati gravi contro l´Amministrazione pubblica amministrazione". "Il pericolo", denuncia D´Amato, "è che i processi in corso e quelli che devono essere avviati contro amministratori, manager, imprenditori e dirigenti di partito si dissolvano nel vento". Di più: "Con l´estinzione del reato, c´è la sanatoria contabile per quanti hanno depredato la sanità regionale ai danni della salute dei cittadini: occorre una larga mobilitazione".
Si profila poi un riflesso politico che interessa quanti, coinvolti nelle indagini, intendono candidarsi di nuovo: "È un aspetto inquietante", denuncia D´amato, "perché alle prossime elezioni regionali intorno alla candidatura della Polverini si sta formando un blocco politico che potrà presentarsi ripulito grazie al processo breve". I primi ad aver segnalato gli effetti del provvedimento sono stati i responsabili dell´Associazione magistrati di Roma: "Siamo molto preoccupati", commenta il pubblico ministero Paolo Auriemma, già rappresentante dell´Anm, "secondo i nostri calcoli sarà cancellata la stragrande maggioranza dei processi, l´80 per cento. Avremmo voluto un processo che consentisse di accertare la verità in tempi rapidi, non uno che, in tempi brevi, non permetterà di arrivarci". (22 gennaio 2010)
NAPOLI Processo breve, a rischio Calciopoli, rifiuti e Udeur di Dario Del Porto L’ultima versione della riforma del processo breve rischia di cancellare il dibattimento per lo scandalo di Calciopoli. Se la Camera approverà senza modifiche il testo votato al Senato, il giudizio che si sta svolgendo davanti al Tribunale di Napoli e conta 24 imputati fra i quali l’ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi sarà dichiarato interamente prescritto: il procedimento presenta infatti entrambi i requisiti previsti dalla norma transitoria che prevede la chiusura di tutti i processi di primo grado riguardanti vicende comunque coperte dall’indulto: gli episodi al centro dell’inchiesta sono precedenti alla data del 2 maggio 2006 e anche la pena prevista per l’accusa più grave, associazione per delinquere, non supera i dieci anni di reclusione. La prima versione della riforma, ora superata dall’emendamento approvato a Palazzo Madama, avrebbe determinato la prescrizione della sola ipotesi di frode sportiva, ma non dell’accusa di associazione per delinquere, espressamente esclusa dal testo originario. Prescrizione sicura anche per il processo sul ciclo dei rifiuti che vede fra gli imputati il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino e l’ex amministratore di Impregilo Piergiorgio Romiti. La richiesta di rinvio a giudizio è stata infatti presentata il 31 luglio 2007 e difficilmente il giudizio di primo grado giungerà a conclusione entro il 31 luglio 2010. Bassolino però ha già fatto sapere di essere intenzionato a rinunciare ad avvalersi di una eventuale prescrizione. "Voglio essere assolto nel merito", ha sempre ribadito. Inizierà il 15 febbraio prossimo il processo per il primo filone dell’inchiesta Udeur che vede imputate dieci persone fra le quali il presidente del Consiglio regionale (e moglie dell’ex ministro della Giustizia) Sandra Lonardo Mastella. In questo caso la richiesta di rinvio a giudizio è stata presentata a maggio 2009, i tre anni scatterebbero dunque a maggio 2012. Nel complesso, dovrebbero essere circa 50 mila i procedimenti cancellati a Napoli dalla riforma. Il presidente del Tribunale Carlo Alemi e il procuratore Giandomenico Lepore avevano indicato questa cifra dopo aver calcolato le ricadute della prima versione della riforma. Adesso i calcoli dovranno essere aggiornati, il timore però è che il numero possa solo diventare più alto, visto che l’emendamento Valentino ha eliminato le esclusioni soggettive e oggettive previste dalla prima bozza. (22 gennaio 2010)
Processo breve, la Puglia corrotta che rischia di farla franca di Mara Chiarelli Leggine a parte, con un colpo di spugna, finiscono nel nulla dieci anni di inchieste baresi, tra le quali due delle più importanti vedono come imputato il ministro degli Affari regionali, Raffaele Fitto, al tempo delle indagini presidente della giunta pugliese. A rischio (praticamente certezza) di prescrizione, quasi tutti i processi, in corso o appena avviati al tribunale di Bari, tutti in materia di reati contro la pubblica amministrazione. Sono i primi anni 2000 quando, secondo i pm Lorenzo Nicastro, Renato Nitti e Roberto Rossi, accusa nel processo "La Fiorita", l´ex governatore pugliese commette i primi episodi illeciti per i quali ora è accusato di associazione per delinquere, peculato, concussione, corruzione, falso, abuso d´ufficio e illecito finanziamento ai partiti. Reati per i quali i tre pubblici ministeri ne hanno chiesto il rinvio a giudizio. Imputato, con Fitto, l´imprenditore romano Giampaolo Angelucci, accusato di corruzione e illecito finanziamento di 500 mila euro alla lista di Fitto, "La Puglia prima di tutto". Il processo è stato chiesto anche per altre 76 persone, ma il tempo corre ed è praticamente certo che tutti i reati si prescriveranno prima che si arrivi al terzo grado di giudizio. Stessa situazione per lo scandalo Cedi Puglia, il crac da 10 milioni di euro che ha messo nei guai mille creditori e per il quale sette persone (arrestate nel 2005) rispondono di bancarotta fraudolenta del più grande centro di dis tribuzione del sud Italia. Dalle indagini su Cedi Puglia prende forma l´inchiesta su Cedis e sulla presunta svendita dei supermercati: ruolo importante nell´affare, secondo la procura di Bari, avrebbe avuto Fitto, intervenuto perché la gara per la cessione dei punti vendita andasse alle società di un imprenditore salentino a lui vicino. L´ex governatore è sotto processo a Bari ma, anche in questo caso, è difficile che si concluda prima della prescrizione.
Si trascina pigramente il processo a "La Cascina", la società di ristorazione romana che nel 2001 serviva ospedali e mense scolastiche di Bari e provincia, accusata tra l´altro di frode in pubbliche forniture ai danni del Comune di Bari, truffa, falsi ideologici in atti pubblici. Tutti reati che si prescriveranno durante l´iter del giudizio. Associazione a delinquere, corruzione e falso sono invece le accuse a 20 persone, dipendenti del Servizio igiene della Asl Bari e imprenditori baresi, coinvolti nello scandalo dell´Haccp: nel 2004 avreb bero pilotato le verifiche sull´applicazione del sistema di autocontrollo che, per legge, gli esercizi commerciali devono rispettare, a tutela del cittadino comune. Colpo di spugna, manco a dirlo, anche sul cosiddetto processo alla "Farmatruffa", con 101 imputati, accusati di un "buco" da 20 milioni di euro al servizio sanitario nazionale: tra il 2000 e il 2003, capi area e informatori scientifici di note case farmaceutiche (anche multinazionali), medici di base, chirurghi, farmacisti, fisioterapisti e infermieri rispondono, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, corruzione, falso, riciclaggio e comparaggio. Non ha ancora visto la luce e già se ne intravede la fine, il processo a 27 cardiologi italiani, alcuni dei quali noti professori universitari, per i quali dopo otto anni dall´inizio dei reati è stato chiesto il rinvio a giudizio: avrebbero costituito un associazione a delinquere che pilotava i concorsi di cardiologia in tutto il Paese. (22 gennaio 2010)
PALERMO Processo breve, i più lunghi a rischio L'Anm: "Andranno in fumo i casi più gravi" di Salvo Palazzolo I mille falsi invalidi scoperti nei mesi scorsi dalla Procura sperano che l'ultima riforma della giustizia diventi presto legge. Anche i dipendenti del Teatro Massimo che dichiaravano di avere tanti figli per gonfiare la busta paga confidano nel disegno di legge sul "processo breve" pensato dall'avvocato di Berlusconi. Sono in buona compagnia, con gli imprenditori che hanno lasciato una portentosa bancarotta nei bilanci della società telefonica "Lts", e con gli imprenditori che sfornavano diplomi falsi. Se verrà approvata, la norma sul "processo breve" cancellerà presto moltissimi processi anche a Palermo. Fra i beneficiati ci sarebbe pure l'ex sindaco di Monreale Salvino Caputo, imputato di abuso d'ufficio e falso per aver fatto cancellare alcune multe. E poi un lungo elenco di medici e infermieri a giudizio, per alcuni casi di malasanità. Ad esempio, un sanitario dell'Imi, chiamato a rispondere di un'anestesia sbagliata che avrebbe portato alla morte di Francesco Paolo Spoto, di 9 mesi. Oppure, gli otto fra medici e infermieri dell'Imi chiamati sul banco degli imputati per la morte di Accursia Attardi. Il marito, Matteo La Placa, si è incatenato di recente al palazzo di giustizia. Con il "processo breve" sono tornati a sperare anche i professionisti delle truffe alle assicurazioni. Il neo presidente della giunta distrettuale dell'associazione nazionale magistrati, Nino Di Matteo, non ha usato mezzi termini in una recente intervista a Repubblica: "Deve essere chiaro che con la normativa oggi proposta solo i processi per i reati cosiddetti bagatellari, a carico dei poveracci, potranno giungere a conclusione prima della prescrizione. Tutti gli altri processi, anche quelli per i reati più gravi, la cui linea di confine con i reati di mafia è assai sottile, andranno in fumo". Di Matteo pensa soprattutto alle aspettative di tante persone offese. Dice provocatoriamente: "Probabilmente, in tanti, per vedere tutelate le proprie ragioni e per avere giustizia, preferiranno rivolgersi al mafioso piuttosto che alla magistratura". L'Anm di Palermo ha già avviato un monitoraggio dei processi che potrebbero andare in fumo. "I tempi medi di celebrazione dei processi finiranno comunque per allungarsi - spiega Di Matteo - perché è ampiamente prevedibile che la concreta speranza della prescrizione indurrà qualsiasi imputato a non ricorrere più ai riti alternativi". Di certo, i funzionari dell'Inps che hanno patteggiato o sono andati al rito abbreviato, subendo pesanti condanne per il business dei falsi invalidi si sentono oggi beffati. Chi ha scelto invece il processo ordinario adesso spera di farla franca. "E le parti offese - dice l'avvocato Fabio Lanfranca, legale dei lavoratori di Lts - saranno beffati per la seconda volta". (22 gennaio 2010) |
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